Ad ognuno il suo SEO

seo content

Oggi vi parlo di SEO CONTENT, ma non quello da manuale, di tutti, ma del mio approccio al SEO Content.

Una premessa è obbligatoria: per me nel SEO non ci sono regole universali, linee guida precise e tecniche infallibili. Ci sono opinioni, test, esperimenti, approcci, punti di vista, esperienze, buon senso.

Come si fa SEO CONTENT? Tutto parte da una serie di logiche semantiche, strutturali e di authority, quelle che un sito web  – e tutto ciò che ne è correlato – dovrebbe rispettare per meritarsi la stima di Google e l’attenzione del suo pubblico target.

Mi piace semplificare e sintetizzare le cose. Così, dalla mia esperienza di  Digital Strategist in UPtimization, ho identificato un percorso strategico in 3 punti che mi ha permesso di capire, programmare e gestire al meglio l’ottimizzazione SEO dei nostri clienti partendo proprio dai contenuti.

1. Da Unique Content a Smart Content

Si è già discusso ampiamente sull’importanza del contenuto negli ultimi update di algoritmo di Google e se ne continua a parlare. Il mio punto di vista? Personalmente considero la definizione “Unique Content” molto riduttiva e limitante, unicamente incentrata sull’originalità di un contenuto. Ma come si fa a definire originale un contenuto oggi? Preferisco impormi una sorta di “upgrade” di questo aggettivo, passando da contenuti unici a contenuti SMART. Per essere premiato sulle SERP, il contenuto che voglio deve essere cool, fresh, smart!

Per creare un contenuto smart, ho identificato 3 cose che NON bisognerebbe mai fare:

1. COPIARE. Scontato, ma essenziale. Meglio ribadirlo.

2. ANNOIARE. La selezione dell’argomento di cui parlare ed il tono in cui se ne parla sono fondamentali per attirare l’attenzione.

3. ESSERE TROPPO TECNICI. Keywords, density, proximity sono importanti, certo, ma non esageriamo. Meglio una keyword in meno ma un alto di tasso di engagement sui social.

 

2. Dalla User Experience agli Indici di Performance Editoriali

I nuovi aggiornamenti dell’algoritmo di Google danno sempre più importanza all’esperienza di consumo digitale del lettore: non basta più assicurare al sito web un bounce rate ( tasso di abbandono) ed un time on page (tempo medio in pagina) in media con gli indici di mercato e di competition, ma serve capire ed ottimizzare tutto il Visitor Flow ( flusso di navigazione ) dell’utente. Come? Con i modelli di attribuzione settati in Google Analytics.

google analytics

Mi spiego meglio: quando il nostro utente cerca una parola chiave su Google e ci trova – sia tramite posizionamento organico che tramite annunci paid Google Adwords –  può scegliere se visitare il nostro sito o preferire quello di un nostro competitor. Se ci sceglie, tutte le interazioni successive di questo utente andranno ad assegnare un valore alla nostra landing page.

Scendendo ancora più nel concreto: se dopo essere atterrato sulla nostra pagina l’utente decidesse di abbandonarla immediatamente e cliccare sull’annuncio successivo al nostro darebbe un segnale a Google che il nostro contenuto non era pertinente alla sua ricerca, assegnando perciò un punteggio negativo alla nostra landing e comportando un calo di posizionamento.

Al contrario, se dopo il primo clic l’utente passa su altre pagine, visita categorie, prodotti, articoli e altri contenuti, anche se non arriva direttamente ad una conversione, Google premierà il nostro contenuto perché l’utente ha risposto bene in termini di engagement.

Partendo dall’analisi del comportamento dei nostri utenti, quindi, si può capire quanto i nostri contenuti siano pertinenti e interessanti e lavorare per ottimizzare ulteriormente il flusso fino alla conversione finale.

 

3) Non solo Copy ma anche SEO Tecnica

Non dimentichiamo che tutto il duro lavoro di un Copy Writer esperto può essere reso vano da un SEO Specialist incompetente. Purtroppo non basta saper scrivere un contenuto Smart per essere premiati da Google, serve la SEO Tecnica. Nella mia agenzia questo “ingranaggio” necessita sempre di analisi approfondite, tempi di studio ed organizzazione.

Se dovessi mettere in ordine i punti focali della SEO Tecnica in merito al Content li organizzerei cosi:

1. Velocità: : come ho già detto nel mio ultimo post, qualche secondo in meno restituisce qualche zero in più nel bilancio di fine anno, pulizia del codice java e CSS in primis, media ottimizzati ed un buon Hosting provider

2. Tags: aiutiamo Google a capire di cosa parliamo, i cari e vecchi ALT tags aiutano il boss a capire meglio i nostri iper-contenuti.

3. Semantica:  strutturiamo e colleghiamo i contenuti con tecniche di internal linking e collegamenti testuali indotti che aiutino le pagine più nascoste ad essere scoperti dai robots più velocemente.

4. Struttura:  l’albero di navigazione è alla base di una strategia SEO, ancor prima delle keyword pensiamo a cosa vogliamo dire, cosa vogliamo comunicare e promuovere e creiamo un funnel editoriale. Immagina di entrare dentro Ikea e non avere un percorso consigliato…il caos!

5. Webmastering:  Ottimizzare una sitemap, indicare agli spider cosa leggere e cosa no, tenere sotto controllo gli errori di crawling, i redirects, i dati di indexing, micro-data e rich snippet, nonché il linking esterno.

 

Copy, tecnica ed engagement. Il SEO è una combinazione strategica di questi elementi a cui consiglio sempre di aggiungere un pizzico di creatività, che non guasta mai. Nel prossimo post, qualche altro suggerimento in termini di linking!

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